L’autocompiacimento è il nemico dei membri che hanno alle spalle un lungo periodo di pulizia. Se ci crogioliamo a lungo nell’autocompiacimento, il processo di recupero si ferma.Testo Base pag. 94-95
Dopo i primi due anni di recupero molti di noi cominciano a sentirsi come se non ci fosse molto altro da fare. Se siamo stati diligenti nel lavorare i passi, abbiamo risolto in larga parte il passato e abbiamo edificato solide fondamenta sulle quali costruire il futuro. Abbiamo imparato a prendere la vita esattamente per come viene. Avere familiarità con i passi ci permette di risolvere i problemi con la stessa rapidità con la quale si presentano.
Una volta arrivati a questo livello di benessere rischiamo di considerarlo come un momento di pausa lungo il cammino del recupero. Così facendo, tuttavia, si rischia di sottovalutare la natura della nostra malattia. La dipendenza è lenta, subdola, progressiva e incurabile. Può anche essere mortale – possiamo morire di questa malattia, se non continuiamo a curarla. E la cura della dipendenza consiste in un vitale e progressivo programma di recupero.
I Dodici Passi sono un processo, un cammino che facciamo per essere in vantaggio rispetto alla malattia. Le riunioni, la sponsorizzazione, il servizio e i passi sono sempre essenziali per un progressivo recupero. Sebbene chi abbia cinque anni di pulizia possa seguire il programma in modo un po’ diverso da chi è pulito da cinque mesi, questo non vuol dire che il programma sia cambiato o che sia diventato meno importante, ma soltanto che la nostra capacità di metterlo in pratica è cambiata e cresciuta. Per mantenere il nostro recupero fresco e vitale dobbiamo sempre cogliere le opportunità offerteci per mettere in pratica il programma.
Solo per oggi: Poiché sto continuando a crescere nel recupero, cercherò nuovi modi per mettere in pratica il programma.