“Impariamo a divenire flessibili…. man mano che nuove cose vengono rivelate, ci sentiamo rinnovati”
— Testo Base, pag. 114
Quando usavamo il termine “flessibilità” non faceva parte del nostro vocabolario: eravamo ossessionati dal mero piacere delle droghe e induriti davanti alle cose piacevoli, belle e gioiose del mondo che ci circondava. La malattia aveva trasformato la nostra vita in una minaccia costante di prigioni, ospedali e morte, una minaccia davanti alla quale ci indurivamo sempre di più. Alla fine ci siamo ridotti in briciole. Con l’ultimo refolo di vita ci siamo trovati a terra distrutti, sconfitti e senza altre alternative se non di arrenderci.
Eppure, la splendida ironia del recupero è che nell’arrenderci abbiamo trovato la flessibilità persa durante la dipendenza attiva e la cui mancanza ci aveva distrutto. Recuperiamo la capacità di piegarci alla brezza della vita senza spezzarci. Quando soffia questo vento, invece di irrigidirci come in passato, quasi che si trattasse di un uragano, sentiamo la sua carezza sulla pelle.
Il vento della vita ci porta aria nuova e con essa nuovi profumi, nuovi piaceri di ogni tipo e nuove sensazioni. Flettendoci al vento della vita, sentiamo, udiamo, tocchiamo e assaporiamo tutto quello che ci offre. E quando soffiano nuovi venti, ci sentiamo rinnovati.
Solo per oggi
Potere Superiore, aiutami a flettermi al vento della vita e a gioire del suo passaggio. Liberami dalla rigidità.