“Uno dei più grandi ostacoli al recupero sembra essere il fatto di nutrire aspettative irrealistiche nei confronti di noi stessi o degli altri” (Testo Base, pag. 92).
Molti di noi sono giunti in NA con una considerazione di sé molto bassa. In confronto, i dipendenti in recupero, che incontriamo alle riunioni, ci sembrano di una serenità eccezionale. Queste persone sagge e gentili vivono in accordo con i principi spirituali da molti mesi, addirittura da anni, dando se stessi agli altri senza chiedere nulla in cambio. Abbiamo fiducia in loro, lasciandoci amare fino a quando non impariamo ad amarci da soli. Ci aspettiamo che tutto quello che fanno sia sempre giusto.
Poi, l’ardore dell’inizio del recupero si affievolisce e cominciamo a vedere il lato umano degli amici di NA e del nostro sponsor. Forse un amico del gruppo ci ha piantato per andare a un appuntamento o assistiamo alla discussione animata di due anziani durante una riunione di servizio o ci rendiamo conto che il nostro sponsor ha qualche difetto di carattere. Tutto ciò ci scombussola, ci delude, dunque questi dipendenti in recupero non sono perfetti! Come possiamo continuare a fidarci di loro?
La verità si trova in qualche punto a metà tra “gli eroi del recupero” e “i disgraziati di NA”: i nostri amici dipendenti non sono né completamente sbagliati, né completamente perfetti! Dopotutto se fossero perfetti non avrebbero bisogno del programma. I nostri amici e il nostro sponsor sono normali dipendenti in recupero, esattamente come noi. Possiamo identificarci con la loro esperienza di recupero e usarla nel nostro programma personale.
Solo per oggi
I miei amici e il mio sponsor sono esseri umani, esattamente come me, e proprio per questo farò riferimento alle loro esperienze.