“…pensiamo che se solo riuscissimo ad avere abbastanza cibo o abbastanza sesso o abbastanza soldi, ci sentiremmo appagati e tutto andrebbe bene”
–Testo Base pag. 90
Durante la dipendenza attiva, le droghe, i soldi, il sesso e tutto il resto non ci bastavano mai. Anche “il troppo” non era sufficiente! Avevamo dentro un vuoto spirituale. Pur sforzandoci al massimo per riempire questo vuoto, non ci riuscivamo. Alla fine ci siamo resi conto che non avevamo le risorse necessarie per riempirlo; ci mancava un Potere più grande di noi stessi.
Così abbiamo smesso di fare uso di sostanze e di cercare di riempire con oggetti materiali questo vuoto nello stomaco. Ci siamo rivolti al nostro Potere Superiore chiedendo protezione, forza e orientamento. Ci siamo arresi e abbiamo aperto la via a quel Potere affinché avviasse il processo di riempimento del nostro vuoto interiore. Abbiamo smesso di aggrapparci agli oggetti e abbiamo cominciato a ricevere l’amore disinteressato che il Potere Superiore ci riservava. Poco a poco questo vuoto interiore ha iniziato a riempirsi.
Adesso che abbiamo ricevuto il dono dell’amore del nostro Potere Superiore, cosa ne facciamo? Se lo terremo stretto con forza solo per noi finiremo per soffocarlo. Dobbiamo ricordarci che l’amore cresce solo quando si condivide. Possiamo conservarlo solo donandolo generosamente agli altri. Nel mondo della dipendenza si prende e si è presi; nel mondo del recupero si dà e si riceve: in quale dei due preferiamo vivere?
Solo per oggi
Preferisco vivere nella pienezza del recupero. Festeggerò il mio contatto cosciente con il Dio che concepisco, condividendo generosamente con gli altri quello che altrettanto generosamente è stato condiviso con me.