“L’umiltà è il risultato dell’essere divenuti onesti con noi stessi”
–Testo Base pag. 41


L’umiltà era un’idea così estranea alla maggior parte di noi che abbiamo continuato a ignorarla finché abbiamo potuto. Quando abbiamo visto per la prima volta la parola “umilmente” all’inizio del Settimo Passo, forse abbiamo immaginato volesse dire che ci aspettava una buona dose di umiliazione. Magari abbiamo cercato nel dizionario, con il risultato di sentirci ancora più confusi dalle definizioni, non riuscivamo a comprendere cosa avessero a che fare con il recupero “modestia e sottomissione”.

Essere umili non significa sentirsi un’infima forma di vita. Al contrario, divenire umili significa avere un realistico punto di vista su noi stessi e sul nostro posto nel mondo. Cresciamo con un livello di consapevolezza che si basa sull’accettazione di tutti i nostri aspetti. Non neghiamo le nostre buone qualità né esageriamo la natura dei nostri difetti; accettiamo onestamente chi siamo.

Nessuno di noi raggiungerà mai una condizione di perfetta umiltà ma potremo sforzarci di ammettere con sincerità i nostri errori, accettare i fallimenti e fare affidamento sul Potere Superiore come fonte di forza. Umiltà non significa dover procedere strisciando lungo il sentiero della vita; significa solamente ammettere che non possiamo recuperare da soli. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro e, soprattutto, abbiamo bisogno del potere del nostro Dio d’amore.


Solo per oggi

Per essere umile accetterò tutte le sfaccettature di me stesso e della mia realtà, prendendo coscienza della mia reale posizione nel mondo. Quanto alla forza necessaria per occupare la mia posizione farò affidamento a Dio come lo concepisco.