“Quando usavamo la nostra vita era divenuta un’acrobazia di sopravvivenza. Adesso facciamo molto più per vivere che per sopravvivere”
–Testo Base pag. 60
“Preferirei morire!” Un ritornello familiare e non privo di fondamento a un dipendente attivo. Tutto ciò che si presentava davanti a noi era sempre la stessa miserabile esistenza. Nella migliore delle ipotesi avevamo un debole attaccamento per la vita. La decadenza emotiva, la morte spirituale e la struggente consapevolezza che niente sarebbe cambiato rappresentavano per noi delle costanti. Non avevamo più speranze né idee circa la vita che ci stava passando davanti.
Il risveglio delle emozioni, dello spirito e del fisico richiedono tempo. Più proviamo cosa vuol dire vivere anziché limitarci a sopravvivere, più capiamo come la vita può essere preziosa e piacevole. Viaggiare, giocare con un bambino, fare l’amore, ampliare i nostri orizzonti intellettuali, creare relazioni, sono alcune tra le inesauribili attività che ti fanno dire: “Sono vivo!”. Scopriamo tante cose importanti e proviamo gratitudine giacché ci è stata offerta una seconda possibilità.
Se fossimo morti durante la dipendenza attiva saremmo stati amaramente privati di tante gioie della vita. Ogni giorno ringraziamo un Potere più grande di noi stessi per un altro giorno di pulizia e un altro giorno di vita.
Solo per oggi
Sono grato di essere vivo. Oggi farò qualcosa per festeggiarlo