Il processo di giungere a credere ci riporta alla ragione. L’energia che ci spinge all’azione proviene da questo credere.
–Testo Base, pag. 29
Ora, avendo finalmente ammesso la nostra follia e avendo riconosciuto tutte le sue manifestazioni, potremmo ritenere di essere condannati a questa condizione per sempre. Potremmo pensare che la nostra malattia sia senza speranza proprio come credevamo che la nostra dipendenza attiva non potesse avere una soluzione e che non saremmo mai riusciti a smettere.
No, non è così! Sappiamo di avere ricevuto la libertà dalla dipendenza per grazia di Dio. Se il nostro Potere Superiore ha potuto operare un miracolo così grande come quello di liberarci dall’ossessione dell’uso, sicuramente può liberarci dalla malattia in tutte le sue manifestazioni.
Se abbiamo dubbi, basta pensare alla parte della nostra vita che è già stata risanata. Forse non abbiamo più le carte di credito e forse non le avremo mai più, ma la sanità mentale ritorna, se ammettiamo la sconfitta. Forse ci sentiamo soli e siamo tentati di rivedere le vecchie conoscenze, ma incontrare lo sponsor è sicuramente più salutare.
La malattia della dipendenza inizia ad appartenere al passato man mano che iniziamo a vivere momenti di sanità nel recupero. La fede in un Potere Superiore cresce man mano che capiamo comprendiamo che persino la nostra parte malata non è nulla al suo confronto.
Solo per oggi
Ringrazio Dio, come posso concepirlo, per tutte le azioni sane della mia vita, perché so che in esse posso individuare il mio ritorno alla ragione.