Nessuno ci obbliga a rinunciare alla nostra infelicità.
–Testo Base, pag. 34
È buffo ricordare quanto, in passato, fossimo riluttanti ad arrenderci al recupero. Durante la dipendenza attiva eravamo convinti di avere una vita meravigliosa e piena di soddisfazioni e che, cessando l’uso di droghe, avremmo vissuto peggio che scontando una condanna a vita ai lavori forzati. In realtà era vero il contrario: la nostra vita era miserabile ma tremavamo all’idea di barattare quell’infelicità ormai familiare con un recupero ignoto.
È possibile essere infelici anche nel recupero, benché non sia necessario. Nessuno ci costringerà a lavorare i Passi, frequentare le riunioni o lavorare con uno sponsor. In NA non ci sono guardie che ci costringono a fare ciò che ci libererà dalla sofferenza, ma abbiamo una possibilità di scelta. Abbiamo già scelto di abbandonare l’infelicità della dipendenza attiva per la sanità del recupero. Ora, se siamo pronti a scambiare la sofferenza di oggi con una pace anche più grande, abbiamo gli strumenti per farlo, sempre che lo vogliamo davvero.
Solo per oggi
Non è necessario che io soffra, a meno che non lo voglia davvero. Oggi baratterò la mia sofferenza con i benefici del recupero.