Man mano che nella nostra vita scopriamo i difetti e li accettiamo, possiamo disfarcene e dare inizio a una nuova esistenza.
–Testo Base, pag. 40
Talvolta la nostra disponibilità a lasciare che i nostri difetti di carattere vengano eliminati dipende dal modo in cui noi li definiamo. Se definire in maniera errata i nostri difetti li fa sembrare un po’ meno “carenti”, potremmo non riuscire a vedere il danno che essi causano. E se non sembra che causino alcun danno, perché mai chiedere al nostro Potere Superiore di eliminarli dalla nostra vita?
Per esempio, prendete la frase: “Piacere alla gente”: non suona poi così male, no? Significa solo che siamo graditi alle persone, giusto? Niente affatto. Per onestà, vuol dire che non siamo sinceri e tendiamo a manipolare. Mentiamo riguardo ai nostri sentimenti, alle nostre convinzioni e ai nostri bisogni, cercando di tranquillizzare gli altri e portarli verso i nostri desideri.
Oppure pensiamo di essere persone “che se la prendono con calma”. Ma “prendersela con calma” vuol dire trascurare le faccende domestiche, evitare di confrontarci e starsene adagiati nella comodità? Allora la parola più adatta è “pigrizia” o “procrastinazione” o “paura”.
Molti di noi hanno difficoltà a identificare i propri difetti di carattere. Se questo è un problema che ci riguarda, possiamo parlarne con il nostro sponsor o con gli amici di NA. Descriviamo chiaramente e onestamente il nostro comportamento e chiediamo il loro aiuto per identificare i nostri difetti. Con il passare del tempo, diveniamo progressivamente più bravi nell’identificare i nostri difetti di carattere chiamandoli con il loro vero nome.
Solo per oggi
Chiamerò i miei difetti con il loro vero nome. Se non ci riuscirò, chiederò aiuto al mio sponsor.