Quando alla fine della strada scopriamo di non poter più funzionare come esseri umani, con o senza droghe, tutti noi ci troviamo di fronte allo stesso dilemma… O continuiamo ad andare avanti nel migliore dei modi fino all’amara fine – prigioni, istituzioni, morte – oppure troviamo un nuovo stile di vita.
–Testo Base, pag. 98


Qual era il peggiore aspetto della dipendenza attiva? Per molti di noi non era la possibilità di morire un giorno qualsiasi a causa della nostra malattia: la parte peggiore era la morte vivente che sperimentavamo ogni giorno, l’assenza infinita di significato della nostra vita. Ci sentivamo come fantasmi, elementi non viventi e non amati del mondo intorno a noi.

In recupero siamo giunti a credere che siamo qui per una ragione: per amare noi stessi e gli altri. Lavorando i Dodici Passi abbiamo imparato ad accettarci; con l’accettazione è arrivato il rispetto per noi stessi. Abbiamo costatato che tutto ciò che facciamo ha un effetto sugli altri; siamo parte della vita delle persone intorno a noi, e loro sono parte della nostra. Abbiamo cominciato ad avere fiducia negli altri e ad ammettere la nostra responsabilità.

In recupero, abbiamo ricominciato a vivere. Manteniamo la nostra nuova vita contribuendo al benessere degli altri e cercando ogni giorno di farlo meglio: ecco dove il Decimo, l’Undicesimo e il Dodicesimo Passo entrano in azione. I giorni in cui vivevamo come fantasmi sono passati ma solo se continuiamo a cercare di svolgere un ruolo sano, amorevole e collaborativo nella nostra stessa vita e in quella delle persone intorno a noi.


Solo per oggi

Ho trovato un nuovo stile di vita. Oggi cercherò di servire gli altri con amore e di amare me stesso.