La nostra fede rinnovata è lo stabile pilastro del coraggio per il futuro.Testo Base pag. 107
Quando cominciamo a frequentare le riunioni, sentiamo altri dipendenti parlare dei doni che hanno ricevuto da questo programma, cose che mai prima d’ora avevamo considerato “doni”. Uno di questi è la rinnovata capacità di sentire le emozioni che avevamo sopito per lungo tempo con le droghe. Non è difficile pensare all’amore, alla gioia, alla felicità come doni, anche se era tantissimo tempo che non li provavamo. Ma, che dire dei “cattivi” sentimenti come rabbia, tristezza, paura e solitudine? Queste emozioni non possono esser viste come doni, ci diciamo. Dopotutto, come si può essere riconoscenti per cose dalle quali vorremmo fuggire?
Nella vita, possiamo divenire grati anche per queste emozioni se le collochiamo nella loro giusta prospettiva. Abbiamo bisogno di ricordarci che siamo giunti a credere in un Potere Superiore amorevole, che abbiamo chiesto a questo Potere di prendersi cura di noi e che il nostro Potere Superiore non commette errori. C’è una ragione se ci sono stati dati i sentimenti “buoni” o “cattivi”. Tenendo presente questo aspetto, ci rendiamo conto che non esistono “cattivi” sentimenti, ma solo lezioni da imparare. La nostra fede e la cura del nostro Potere Superiore ci danno il coraggio che ci serve per affrontare ogni tipo di sentimento possa presentarsi ogni giorno.
Come abbiamo sentito all’inizio del recupero: “Il tuo Potere Superiore non ti dà nulla di più di quello che puoi gestire nella tua giornata”. E la capacità di sentire le emozioni è uno dei doni più grandi del recupero.
Solo per oggi: Cercherò di accogliere i miei sentimenti, credendo fermamente che ho il coraggio di affrontare qualsiasi emozione che proverò nella mia vita.