Gradualmente, man mano che diveniamo centrati più su Dio che su noi stessi, la nostra disperazione si trasforma in speranza.Testo Base pag. 106


Che cosa splendida avere speranza! Prima di giungere in Narcotici Anonimi, molti di noi vivevano nella più assoluta mancanza di speranza. Credevamo di essere destinati a morire della nostra malattia.

Durante i primi mesi nel programma, molti membri dicono di essersi sentiti su una “nuvola rosa”. Abbiamo smesso di usare, trovato nuovi amici e la vita sembra ricca di promesse. Le cose vanno alla grande. A un certo punto, però, la realtà si ripresenta. La vita è sempre la vita: possiamo ancora perdere il lavoro, i nostri compagni possono ancora lasciarci, gli amici muoiono e noi continuiamo ad ammalarci. L’astinenza non è la garanzia che la vita vada sempre come noi vorremmo.

Quando la realtà della vita torna a farsi sentire, ci rivolgiamo al nostro Potere Superiore e ricordiamo che la vita è la vita e che segue il suo corso. Tuttavia, qualsiasi cosa succeda durante il recupero, non dobbiamo disperare, perché c’è sempre speranza. La speranza si trova proprio nel nostro rapporto con il Potere Superiore.

Questa relazione, com’è scritto nel nostro testo, si sviluppa con il tempo: “Gradualmente diventiamo maggiormente concentrati su Dio”. Man mano che ci affidiamo sempre più alla forza del nostro Potere Superiore, le lotte della vita non ci faranno più sprofondare nel mare della disperazione. Concentrandoci di più su Dio, ci concentriamo meno su noi stessi.


Solo per oggi: Dipenderò dal mio Potere Superiore. Accetterò che, qualsiasi cosa accada, il mio Potere Superiore mi darà le risorse per vivere.